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HI-LING

LINGUISTICA AL LICEO

UNIT 2: VIOLATION OF MAXIMS

Lezione 3: Mutamenti morfosintattici

Definizione: Cambiamenti che si realizzano a livello della struttura delle parole e della struttura delle frasi attraverso il tempo. 

Concetti fondamentali

  • Scomparsa del neutro

  • Metaplasmo del genere

  • Sistema dei casi

UNITÀ 1: SCOMPARSA DEL NEUTRO E METAPLASMO DEL GENERE

 

Il latino, a differenza dell’italiano, ha tre generi: il maschile, il femminile e il neutro. Tendenzialmente, le parole animati, cioè i nomi che rappresentano il concetto di un essere vivente, sono maschili o femminili. Come esempi più classici possiamo riferirci alle parole latine LUPUS (il lupo) o AMICUS (l’amico) che, come in italiano, fanno parte dei nomi maschili mentre PUELLA (la fanciulla) o AMICA (l’amica) sono dei nomi femminili. Invece, gli elementi che non sono viventi, chiamati inanimati, fanno parte della categoria dei nomi neutri come DONUM (il dono) o AURUM (l’oro). Possiamo quindi concludere che le parole latine che finiscono con -US sono dei nomi maschili mentre quelle che finiscono con -A rappresentano i nomi femminili e quelle che hanno la fine -UM sono dei nomi neutri. Tuttavia, nel passaggio dal latino all’italiano il neutro sparisce e questo è il motivo per cui questo terzo genere non è più presente nella lingua italiana. 

 

Che cosa è allora successo con le parole che avevano tutte come genere il neutro? Ovviamente, queste parole non sono sparite nel passaggio dal latino all’italiano. Tutti questi nomi latine che sono neutri diventano infatti maschili in italiano. Questo perché la fine dei nomi latini -UM assomiglia a quella dei nomi maschili -US così che possono essere confuse facilmente. In conseguenza, DONUM diventa il dono come AURUM passa a l’oro che sono entrambi nomi maschili in italiano. Tuttavia, l’accusativo latino lascia delle tracce in italiano che si vede attraverso i nomi che hanno due plurali: prendiamo come esempio la parola italiana il lenzuolo che ha come plurale sia i lenzuoli che le lenzuola. Infatti, nel passaggio dal latino all’italiano, la parola latina LINTEOLA è diventato maschile, quindi il lenzuolo, e ha ricevuto come plurale una forma regolare in -i, quindi i lenzuoli. Allo stesso tempo, esiste il plurale in -a, quindi lenzuola, che è un relitto del neutro plurale latino. Visto che -a è una desinenza tipica del femminile italiano, il secondo plurale dei nomi neutri diventati maschili è stato interpretato come femminile e questo è il motivo per cui siamo di fronte alla forma plurale femminile dell’articolo determinativo, quindi le lenzuola. Quando una parola cambia il genere, la linguistica parla di metaplasmo del genere – un concetto che si applica al nome le lenzuola e a molti altri nomi della lingua italiana.  

il braccio - i bracci/le braccia: perché abbiamo due plurali per questo nome italiano?

 

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Soluzioni

UNITÀ 2: SCOMPARSA DEL SISTEMA DEI CASI

Un altro aspetto fondamentale che distingue il latino dall’italiano è senza dubbio il sistema dei casi. Infatti, in latino esistono cinque casi: il nominativo, il genitivo, il dativo, l’accusativo e l’ablativo. Tutti i nomi del latino possono essere declinati in questi cinque casi così che contengono le informazioni per quanto riguarda i casi alla fine della parola. Per capire meglio di che cosa si tratta quando parliamo delle declinazioni, prendiamo di nuovo la parola latina LUPUS: infatti ogni caso, sia in singolare che in plurale, presenta delle desinenze che ci permette capire a quale caso ci troviamo di fronte. Le desinenze -US e -I indicano il nominativo mentre -I e -ORUM marcano il genitivo. Il dativo viene indicata dalle desinenze -O e -US mentre quelle dell'accusativo sono -UM e -OS. Infine, l'ultimo caso che è l'ablativo ha le desinenze -O e -IS. La tabella sotto indica in modo più comprensibile il sistema dei casi che abbiamo appena descritto.  

Il sistema dei casi che sembra essere complicato per il mondo italofono è uno strumento molto utile per la lingua latina. Infatti, in latino non c’è un ordine fisso per gli elementi della frase visto che la fine delle parole che contiene l’informazione sul caso fornisce già tutta la logica della frase dal punto di vista del senso. Così, si può formare la frase liberamente come quella “lupus agnum vidit” che vuol dire il lupo ha visto la pecora. LUPUS (nominativo) rappresenta il soggetto mentre l’oggetto della frase è AGNUM (accusativo). VIDIT, finalmente, viene dal verbo VEDERE coniugato nella terza persona singolare del passato. Abbiamo quindi l’ordine soggetto-oggetto-verbo che si può anche cambiare senza modificare il senso della frase: “lupus vidit agnum”, “agnum vidit lupus”, “vidit lupus agnum”, “agnum lupus vidit” sono tutte delle frasi che vogliono dire il lupo ha visto la pecora in italiano.

Nel passaggio dal latino in italiano, tuttavia, il sistema dei casi sparisce. Per questo motivo siamo di fronte all’assenza dei casi nella lingua italiana. Cosa significa quindi la scomparsa del sistema dei casi per l’italiano? In effetti, come già detto, i casi permettono l’ordine libera degli elementi in latino. Siccome i casi non esistono più in italiano, gli elementi della frase non possono più essere combinati in qualsiasi modo ma hanno un ordine fisso che prevede la sequenza soggetto-verbo-oggetto. Di conseguenza, la frase italiana il lupo ha visto la pecora che rispetta questo ordine non ha lo stesso senso come la frase la pecora ha visto il lupo di cui ordine corrisponde alla sequenza oggetto-verbo-soggetto.  

Individuate l’ordine delle costituenti della frase. Quale è il soggetto, il verbo e l'oggetto? Come aiuto, potete servirvi della tabella accanto. 

 

1. Lupus agnum devorat. 

2. Tremat agnus lupum.

3. Agnum devorat lupus.

4. Lupus tremat agnus. 

5. Lupus filiorum devorat agnum.

Soluzioni

Riflessione finale 

La lingua latina è molto più complessa rispetto alla lingua italiana, sia dal punto di vista dei generi che da quello dei casi. Questa complessità ha vantaggi che l’italiano non ha più. 

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